Perché Crozza é Crozza!

Perché Crozza é Crozza!


Crozza contestato a Sanremo 2013

Lungi da me il voler mettere in dubbio il diritto di fare satira politica, signor Crozza. Ma se parliamo di un diritto, che quindi le deve essere riconosciuto da qualcosa o qualcuno, allora non stiamo già parlando di censura? Io, sinceramente più che come tale lo percepisco ormai come una necessità.

Ma ancor di più vorrei che fosse chiaro che la censura é un discorso serio. I sistemi nervosi dei nostri nonni (io sono dell’83) sono stati martoriati di censura! Ma la censura non vuol dire che qualcuno ti impedisce di dire qualcosa. Il sequestro preventivo é una forma di censura, ma se tu ti esibisci davanti ad un pubblico che ti fischia due sono le cose: o il pubblico é di basso livello o é di basso livello lo spettacolo! Oppure molto spesso le cose sono tre, perché si verificano entrambe le alternative.

Crozza il copertinista

Davvero sono diversi anni che la seguo, e guardi che faccio parte dei puristi che la apprezzano dai tempi dei Bronkovitz ad Avanzi. Ed é da quando fa quel simpatico siparietto con Floris a Ballarò che non mi fa più ridere. Perché la politica non é roba da ridere. Si lo so: l’editto bulgaro, la “povera” sorella Guzzanti, Beppe Grillo, la malattia mentale di Luttazzi, Berlusconi che é la caricatura delle caricature di se stesso, Guzzanti fratello che tanto sarà sempre una spanna sopra agli altri, il fatto che ormai anche l’Accademia della Crusca ha sancito che l’aggettivo “Fazioso” ormai si pronuncia “fazio” e viceversa… non me la posso prendere con lei direttamente. Lei, signor Crozza fa il suo mestiere, io lo so.

Il problema é che il mestiere che lei fa non é più il comico ma piuttosto il “copertinista”. Poi la sbattono in prima serata nel bel mezzo del primo luogo comune di questo paese, ci sono le elezioni, si é dimesso il Papa, forse l’India ci dichiara guerra con gli elicotteri leghisti, e lei che deve fare? Una canzone del nano malefico, una di Bersani, l’imitazione di Ingroia é praticamente come sparare sulla croce rossa e per finire Montezemolo, perché dato che gli italiani ormai non hanno una lira, il figlio naturale dell’Avvocato, il ricco per antonomasia, deve stare sulle scatole a tutti.

La par condicio in un monologo

Crozza, lei applica la par condicio al suo monologo, da un colpo al cerchio e uno alla botte e ha risolto la questione: porta a casa un pareggio e sono tutti contenti! E la sua satira politica mi pare un po’ troppo accomodante e costruita ad arte sia per essere satira che per essere politica.

Luciana Littizzetto

Ma la cosa più grave non é questa. Piuttosto il fatto che di fronte ad un Sanremo presentato da Fazioso, su cui aleggia questa idea assurda che al posto di due stangone senza cervello sia molto meglio la Littizzetto, il clou della prima serata, il primo pezzo forte che cos’é? La copertina di Crozza. Il tutto si svolge durante la campagna elettorale, tutti si chiedono cos’altro avrà da dire la nana esagitata sul suo editore, Bersani fa il ballerino fra Monti e Vendola manco fosse quello della canzone di Lucio Dalla (“…non pensare alla pistola che hai puntata contro…”), e Fazioso pensa di cavarsela con una spolverata di “copertinista”?

In cuor mio, a parte una serie di espressioni censurabili, ho pensato: ma perché nessuno lo fischia? Ed ecco che interviene la tua colpa e il dolo di cui mi sento oggetto, caro Crozza. Tu hai fatto sì che il mio primo istinto, la mia reazione più naturale, corrispondesse agli atti di un consigliere del Pdl. Puoi immaginare qualcosa di più grave, bieco e triste? Si tratta esattamente della stessa cosa che pensano gli elettori che il PD sta perdendo: Bersani mi sta portando a rimpiangere i tempi del nano malefico, in cui lui faceva semplicemente l’opposizione e gli bastava assicurarsi che i suoi stessero a casa per il voto sullo scudo fiscale. Per chi non ne avesse memoria, poteva cadere il governo.

Insomma Crozza tu che c’entri? Sei un brav’uomo, un bravo attore, un fedele “piddino” che fa sempre i compiti a casa e si arrangia sempre su come essere di parte pur sembrando super partes. Alla fine anche tu tieni famiglia.

Il fatto é che qui stiamo parlando di roba seria, di politica. E se tu ci scherzi e a noi ci fa ridere é veramente la cosa più triste del mondo. Poi ovviamente chi assiste ad uno spettacolo ha il diritto di fischiare, così come nessuno é autorizzato a comportarsi come un consigliere del Pdl. La verità però é che tu, caro Crozza, ti sei semplicemente scontrato con la realtà, con l’uomo della strada. Certo, il peggiore degli esempi di uomo della strada, ma purtroppo pur sempre uno valido (ahimé!)… E guarda un po’: persino fare il copertinista all’Ariston é più difficile che farlo in uno studio televisivo.

YanezDeGomera

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