Su Annozero del 09/04/2009, puntata dedicata al terremoto in abbruzzo, andata in onda il giorno precedente i funerali delle vittime.
- Fatto: Evento riconducibile al mondo fisico che può essere ritenuto probatorio di un concetto o della veridicità di un atto sociale o ancora della rilevanza di un’opinione. Si può parlare di fatti nel senso di argomenti a sostegno di una certa configurazione della realtà.
- Intellettuale: La definizione rimanda alla famosa e storica presa di posizione di Emile Zola sull’affare Dreyfus nella Francia di fine ‘800 con il suo “J’accuse”. L’intellettuale é colui che critica il sistema.
- Distorsione: Nella teoria struttural-funzionalista di Talcott Parsons rappresenta l’elemento del sistema che è in posizione di opposizione dialettica, che racchiude quindi le conseguenze di tutto quello che all’interno del sistema non funziona. Tale elemento si trova idealmente al di fuori del sistema e ne determina l’evoluzione, rimettendone in discussione tutti gli altri.
- Giornalista: Provando ad azzardare una definizione, si può dire che sia colui che svolge la funzione di produzione materiale del contenuto del messaggio veicolato dal mezzo di comunicazione. Ovvero un professionista che osserva la realtà, la riporta in forma sintetica ed esauriente così da farne risultare il proprio commento interpretativo del fatto sociale.
- Democrazia: Sistema politico che si identifica al livello pratico nel potere di pochi su molti, eletti dalla maggioranza, il cui funzionamento è basato essenzialmente sul principio di rappresentanza.
- Vignettista: Disegnatore professionista di fumetti che viene assegnato ad un ruolo giornalistico di solito tramite la pubblicazione di una singola vignetta al giorno sulla prima pagina di un giornale. La vignetta è un riquadro contenente un disegno, una breve didascalia ed eventualmente delle nuvolette riportanti le parole dei personaggi che vi sono contenuti.
- Sant’uomo: Colui che in vita si è distinto per l’esercizio delle virtù cristiane, e cioè, sull’esempio di Gesù Cristo, animato dall’amore, vive e muore in grazia di Dio. Solitamente il processo di canonizzazione si svolge dopo la morte del corpo.
- Santoro: Sant’Oro, Materiale aureo, tanto puro nella sua composizione, quanto inestimabile nel suo valore. Così puro e valido che in un capriccioso neologismo gli si associano, in senso quasi metaforico, le qualità riconducibili a un martire.
Resurrezione: la strumentalizzazione della tragedia
Nel 2009 un terremoto ha atrocemente colpito l’Abruzzo, radendo al suolo città e piccoli centri e costringendo decine di migliaia di persone al dolore dell’impotenza di fronte ad un evento naturale di tale portata ed a una vita di stenti e sofferenze per la perdita dei cari e dei propri beni. La trasmissione Anno Zero, che da tempo si eregge a simbolo della controinformazione televisiva, in seguito alla tragedia, ha scelto liberamente di porre l’accento sulla scarsa osservanza delle norme di sicurezza antisismiche. Come a dire che nel 2009 il “Sant’Oro” ha scoperto che in Italia si verificano gravi casi di abuso edilizio legati a giochi di potere identificabili nell’esercizio della corruzione e di bassi mezzucci paraeconomici volti alla speculazione e al sacrificio di importanti criteri di sicurezza edilizia. Nell’anno 2009?
Quando il saggio indica la luna lo stolto guarda il dito
Il saggio… non il sant’uomo.
Parliamo di una trasmissione di commento giornalistico in tema di politica e società, che da sempre si distingue per il suo carattere sensazionalistico volto alla citazione diretta e alla rappresentazione fedele e speculare della realtà. Anno Zero si sente puntualmente in dovere di riportare attraverso servizi e collegamenti in diretta il fatto sociale di maggiore rilevanza e di dare voce alla maggioranza silenziosa di questo paese. E le prove di tali fatti sono sempre presentate come inattaccabili in assoluto. Come se le parti chiamate in causa avessero la possibilità di replicare. La questione dell’attendibilità viene sempre risolta dalla testimonianza diretta della pseudo-maggioranza e dalla presenza in studio di entrambi gli schieramenti politici. Di solito in studio ci sono due politici (uno di destra e uno di sinistra), uno o più ospiti protagonisti di vicende di particolare rilevanza per il tema della settimana ed infine il signor “la vita è un Travaglio” (santo chierico).
Alla fine di ogni puntata c’è le spazio del vignettista Vauro
(Peraltro membro del comitato centrale del Partito dei Comunisti Italiani).
Questa sorta di rubrica conclusiva, insieme all’introduzione del santo chierico, vengono presentate come se fossero la prima pagina di un quotidiano. Come se la trasmissione Anno Zero fosse una testata giornalistica, mentre ovviamente stiamo parlando di un programma in prima serata della televisione di stato. Questa prima pagina virtuale ed extratestuale ha sempre una connotazione volta a dimostrare che Vauro ed il santo chierico rappresentano le uniche libere voci fuori dal coro vittime del conflitto d’interessi ed esenti da qualsivoglia influenza politica.
Ma in più l’intera “mezza testata” giornalistica si picca di elevarsi a voce della maggioranza silenziosa oggetto degli effetti ipodermici della comunicazione. Come se più di 30 milioni di persone fossero animali sociali privi di senso critico che come tubi metafisici recepiscono le massime “EmilioFediane” trasferendole con fedeltà ed abnegazione direttamente nella cabina elettorale.
Santoro, scheda n°1 del Pdl
Ecco, questo è il potere di Berlusconi. La sua intrinseca capacità di catalizzare tutta la comunicazione politica sul tema del conflitto d’interessi. Ecco come quella che dovrebbe essere la controinformazione in Italia regala voti e consensi alla coalizione politica che dovrebbe contestare e deturpare della propria credibilità. Quand’anche la coalizione stessa non ne avesse bisogno, dati gli atteggiamenti da “macchietta” sulle navi da crociera del nostro Premier.
Ciò che dovrebbe rappresentare la distorsione del sistema, l’elemento di accelerazione dinamica dell’evoluzione, in realtà non raggiunge altro obbiettivo che quello di diventare la funzione di mantenimento del sistema latente. Il problema serio di questo paese è che da decine di anni si nasconde all’italiano medio la vera natura della “Casta” tanto cara alla “Stella Cometa”.
Occorre un ricambio rivoluzionario della classe politica “in toto”: la puntuale condanna di natura trasversale fra potere giuridico e potere pseudo-politico non ha altro effetto che quello di rafforzamento della “Casta”. Berlusconi che bada ai suoi interessi come fossero quelli del paese ed agli interessi del paese come fossero i suoi. E i rigurgiti della sinistra italiana prigionieri della concezione Dorotea del potere per il potere, sulla logica del “tengo famiglia” e del “devo svoltare la soglia per percepire il finanziamento statale ai partiti”. La “Casta” è interessata solamente alla poltrona. E l’illusione che la responsabilità della morte della politica italiana sia da imputare al conflitto d’interessi Berlusconiano, garantisce, a chi riesce a trarre dal “Sant’Oro” la giusta percentuale di consensi, di ottenere una fetta di basso purgatorio.
Vauro è stato cacciato perché la vignetta è di basso livello ed offende il senso morale dei contribuenti che sulle stesse reti il giorno dopo avrebbero assistito ai funerali delle vittime del terremoto. Ed inoltre, così come Anno Zero divide il paese fra buoni e cattivi con una linea molto netta, il “pianobarista” della politica italiana contemporanea sa di unirlo all’insegna della condanna implicita di una scelta editoriale che trasuda del coraggio di cartapesta del “Sant’Oro”. Se si fosse posta semplicemente in enfasi la solidarietà verso i terremotati Anno Zero non avrebbe fatto gli stessi ascolti. Il “Sant’Oro” era obbligato dalla sua stessa linea editoriale a tale scelta, dato che da giorni la televisione non faceva altro che mostrare le conseguenze della tragedia sotto le spoglie di un fatto sociale di sicuro appeal: lo stereotipo della solidarietà.
Roland Barthes negli anni ’50 contestava la presentazione sui giornali e le riviste dell’epoca delle conseguenze dell’inondazione di Parigi, rappresentando la solidarietà invece della tragedia così da conferirle i caratteri tipici della festa, così da spacciare la natura per cultura. Il “Sant’Oro”, attuando la stessa operazione di mitologizzazione della tragedia, ha deciso di rimpiazzare i caratteri della festa (ormai vetusti e troppo apertamente fuori luogo) con quelli del triste teatrino che è la politica italiana.
Ma quello che appare più avvilente è la buona fede. O meglio la povertà intellettuale travestita da professione giornalistica, a sua volta travestita da coraggio di cantare fuori dal coro, ulteriormente mascherato da buona fede. E qui c’è tutta la contraddizione con la definizione dell’intellettuale di Zola. Questi accusava, citando nomi e cognomi, veicolando un messaggio sociale e politico, in un contesto storico caratterizzato dall’avvento delle ideologie e dei totalitarismi, facendo da controparte ai mandanti di un colpo di stato militare. Ma soprattutto il commento di Zola, (e qui il commento giornalistico assume una funzione determinante per la realtà politica e sociale), era volto all’evoluzione del sistema, pubblicato su quella che era una testata giornalistica privata, prodotto da uno dei padri della letteratura europea. Al confronto il messaggio veicolato dal “Sant’Oro” non è altro che una macchietta abbassata al livello del nostro Premier. L’autorevolezza del messaggio di “J’accuse” veniva dal riconoscimento della buona fede di quella metà del paese che non conosceva i fatti perché nascosti da poteri volti a minare i principi democratici. Zola si trovava di fronte al problema di promuovere gli ideali di democrazia e di repubblica. Anno Zero invece mina questi stessi principi alla radice, racconta al proprio pubblico che da una parte ci sono i buoni e da una parte i cattivi. Perché è più semplice, è più immediato. Si tratta della forza di uno slogan di fronte a quella di un discorso. Ma soprattutto non ci si rende conto che il nostro contesto storico è caratterizzato dalla presa di coscienza dei limiti insiti nel sistema democratico. La storia di questo mondo non ha solo bisogno di ricordare la definizione di Zola, ma grida agonizzante che serve una nuova definizione di intellettuali; specie in un paese come il nostro dove essere un intellettuale vuol dire essere di sinistra.
Sicuramente non serve al nostro paese l’imperversare di divisioni nette fra buoni e cattivi. Sicuramente non serve ai terremotati, che nulla ottengono dalla denuncia degli abusi edilizi il giorno prima dei funerali dei loro concittadini. Sicuramente non sta a una “mezza-testata” vigilare sul rispetto delle regole. Ecco la realtà. Questo è un paese in cui ognuno vuole prendere il posto dell’altro. Il giornalista vuole fare il magistrato, il magistrato vuole fare politica, il cantante di piano bar vuole fare l’imperatore e i politici vogliono fare l’opposizione a oltranza. Ognuno di questi è interessato unicamente al mantenimento del potere e questo è da annoverare fra i più bassi principi associati al liberismo in crisi esponenziale.
Infine appare doveroso porre un elogio alla santità dell’oro che finalmente ha fatto in modo di risparmiare agli italiani la bassezza intellettuale del vignettista Vauro. Infatti la responsabilità di una testata, anche se si tratta di “mezza-testata”, è del direttore. Con la raccomandazione di continuare a coltivare l’ideologia borghese, promuovendo la confusione della natura con la cultura, semmai questo dovesse servire a dare il ben servito anche al signor “la vita è un Travaglio”. E naturalmente facendo salvi coloro che, invece di confonderla con la natura, affermano la loro cultura, impegnandosi in progetti di solidarietà, che purtroppo sono ancora molto in basso rispetto alla canonizzazione del “Sant’Oro”. Coloro che non godono di un posto in prima serata sulla Rai, ma che forse sono un ultimo barlume di speranza fuggente l’ipocrisia del mito. Nelle loro coscienze alberga la santità di questo mondo. E nelle coscienze dei giornalisti che citano picchi d’ascolto dopo scene di tragedia non alberga altro che il torpore della penombra. La penombra del sistema sociale post-moderno.
YanezDeGomera