Andiamo per ordine:
“L’unico fascista buono è il fascista morto” e i comunisti mangiano i bambini. Questo è assodato. Il fascismo è diventato la Repubblica di Salò, De André ha scritto che i cavalli vi sono morti di noia, e in una cinquantina d’anni gli elettori fascisti sono passati dal golpe fallito di Junio Valerio Borghese e dalla destra nazionale di Almirante alla veronica con dribbling di Gianfranco Fini e le passeggiate in bicicletta del sindaco Alemanno. Il partito comunista italiano è morto con Enrico Berlinguer ed i suoi eredi sono confluiti in formazioni politiche, vittime sacrificali della mancata svolta della Bolognina. Ma soprattutto non è riuscito nel compito più importante che era quello di fungere da espressione di una massa di base popolare per il rinnovamento ed il riscatto dallo schema leninista.
Per aggiungerne una,
Benedetto Croce è morto. Ha dedicato la sua vita alla definizione del concetto di liberalismo. Gli studiosi di Croce sostengono che la vera definizione del pensiero liberale è la vita stessa di Benedetto Croce!
Dicevamo:
Walter Veltroni, è di fatto il deus ex machina dell’apertura al liberalismo Kennediano. Eppure il PD ha cavalcato l’onda populista di un referendum che contraddiceva in tutto e per tutto la logica della liberalizzazione. Ma soprattutto nel nostro paese si sono impiegati trent’anni (come ha bene interpretato il fratello di Debenedetti, che fa il senatore per il PD) a liberalizzare le trasmissioni via etere. Si è messo su un teatrino che per ben due volte ha prodotto leggi ridicole all’insegna dell’astruso concetto della “fotografia della realtà”! Per poi arrivare alla legge Gasparri.
Tassisti e notai…
Ecco, io vorrei un attimo dedicarmi all’uomo della strada che ovviamente percepisce con difficoltà il meccanismo secondo il quale aumentare la concorrenza (rimuovendo un privilegio ad una categoria/corporazione) vuol dire stimolare la crescita. La verità è che l’Italia ha bisogno di politiche di liberalizzazione e lo sanno benissimo tutti gli italiani, e soprattutto i politici.
Ma quindi, il vero problema non è la liberalizzazione, ma qualcosa che sta alla base della politica: la solidità del patto sociale! Sono cinquant’anni che si dicono queste cose, il vero ostacolo alla libertà è che non si fanno! E non si fanno perché non si riesce a mettere su una maggioranza e un governo abbastanza solidi. Questa contingenza si è venuta a creare con il governo Monti. Ora il vero tema centrale della discussione non mi pare quello di stabilire se Monti è De Falco e Schettino è Berlusconi, ma bensì: chi ci sale a bordo a coordinare i soccorsi?
Sta di fatto che a un certo punto del suo misterioso programma di governo, Monti dovrà arrivare al problema principale, dovrà riuscire ad isolarlo come se fosse un cancro e per forza di cose dovrà indire una Assemblea Costituente a suffragio universale e con l’esclusione dalla candidatura per ogni eletto in carica politica. Perché la politica viene prima del libero mercato, per quanto mi riguarda.
Ma soprattutto perché chi ritiene di dover continuare ad arrovellarsi sulla teoria della mano invisibile e sul libero mercato, evidentemente, non capisce che cosa sta succedendo nel mondo. Non si rende conto che questa è una crisi del sistema capitalista occidentale. Probabilmente lo ignora a tal punto che un giorno potrebbe ritrovarsi con delle responsabilità sulla coscienza forse anche un po’ più pesanti di quelle del capitano Schettino, responsabili di un naufragio che va avanti da decenni, da ventenni e da quando si è deciso di liberalizzare la politica. Ottenendo esattamente il contrario della libertà!
YanezDeGomera
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